Come ottimizzare energeticamente un impianto di dissalazione
Scopri come trasformare la salamoia in energia pura con i dispositivi di recupero energetico
In questa attività, esamineremo più da vicino il meccanismo dell’osmosi inversa e come sia possibile ottimizzare il processo per ottenere un risparmio energetico negli impianti di dissalazione. Ma prima, una rapida definizione:
L’osmosi è un processo naturale in cui un liquido passa attraverso una barriera semipermeabile fino al raggiungimento dell’equilibrio. Per esempio, quando l’acqua dolce filtra nell’acqua di mare fino a quando la medesima quantità di molecole di acqua non è presente su entrambi i lati della barriera.
L’osmosi inversa è una tecnologia di dissalazione che inverte il processo.
Per mezzo di pompe ad alta pressione, l’acqua di mare viene forzata attraverso una membrana per separare le molecole di acqua da minerali, batteri e altre impurità. Il risultato è un’acqua perfettamente pulita e potabile.
Per conseguire l’osmosi inversa, la pompa deve essere sufficientemente potente per superare la pressione osmotica, una proprietà che dipende dalla composizione dell’acqua e che determina la quantità di pressione necessaria per prevenire l’osmosi. Questo processo richiede molta energia e quindi tradizionalmente l’osmosi inversa è una soluzione costosa.
Perché la dissalazione possa essere una soluzione economicamente sostenibile per il problema della penuria d’acqua nel mondo, è necessario ottimizzare il sistema di osmosi inversa. A questo scopo, è possibile sfruttare l’energia della salamoia concentrata che viene espulsa dalle membrane ad alta pressione, riutilizzandola nel processo.
Diamo uno sguardo a due opzioni: